Nel gioco del calcio e non solo, il dodicesimo uomo può avere vari ruoli. Non importa se ad ogni allenamento, ad ogni incontro, ad ogni primo tempo, potrà e dovrà essere a disposizione. Ho scelto di intervistare Daniel Anedda, centrocampista del Sant’Elena Q.C.U., perché le storie migliori non arrivano solo da chi in campo presenzia ogni domenica, ma anche da chi il campo lo vive (purtroppo) da fuori, ma lo vive. E non è un obbligo, ma è una scelta. Per chi non conoscesse la sua storia, che non è la sola, Daniel arriva al Sant’Elena dalla Promozione con l’entusiasmo di chi pensa di giocarsi un anno importante. Ma il crociato si rompe, Anedda finisce la stagione poco dopo averla cominciata e il suo destino è quello di attendere il prossimo anno per poter ricominciare:
“Non è mai facile guardare i tuoi compagni di squadra fuori dal rettangolo di gioco senza poter contribuire fisicamente, partita dopo partita. Nonostante l’infortunio, che mi terrà fuori ancora per molto tempo, cerco, salvo problemi con il lavoro di essere sempre presente agli allenamenti, alle partite e alle trasferte”
Non è facile.
“No. Ma non mi manca mai la disponibilità nei confronti della società, come è giusto che sia. Non sono mai stato molto bravo nel supportare moralmente i ragazzi purtroppo, forse in campo riesco ad esprimermi meglio, ,ma posso dire che a prescindere dalla categoria ciò che conta è lo spogliatoio, che è l’80% del calcio. Lo spogliatoio è gruppo, è famiglia e noi del Sant’Elena lo siamo con grande orgoglio e cuore.
La più grande delusione?
“Non poter partecipare al campionato di eccellenza, da cui mancavo ormai da un po’ di anni. è la cosa che più mi fa rabbia. Alla chiamata del Sant’Elena quest’estate ho subito detto sì. Ero carico di adrenalina al pensiero di tornare in questa categoria e di lavorare per fare il meglio possibile”
Come sta andando il Sant’Elena senza Daniel Anedda?
“La stagione del Sant’Elena sta avendo alti e bassi. Purtroppo quest’anno affrontare la categoria non è semplice, viste le retrocessioni dalla D dello scorso anno. Ci sono squadre veramente forti e ben strutturate. La squadra ha grandi potenzialità anche se non è riuscita ad esprimere a pieno ciò di cui è capace, forse per via dei vari infortuni di diversi giocatori, ma sono sicuro che con i nuovi arrivi, tra cui Porcu, Mancusi e Littarru, assieme all’esperienza di Vignati, Caboni, Ragatzu e Palumbo potranno affrontare un girone di ritorno degno del Sant’Elena. Anche il resto della squadra non è da meno, soprattutto i giovani che abbiamo in rosa. Sono fiducioso e sicuro delle potenzialità che questa squadra ha, dal primo all’ultimo.
Concludiamo parlando del suo futuro.
“Beh, è difficile immaginare come andranno le cose per quanto riguarda il mio futuro calcistico, ma sono sicuro di una cosa: riprenderò la stagione prossima ancora più carico e con tanta voglia di fare. A prescindere da tutto il Sant’Elena è una gran bella società, un bellissimo gruppo, dal primo giorno di preparazione mi hanno fatto sentire a casa e questo ha significato tanto per me. Per qualsiasi esigenza sono sempre disponibile. Vorrei stare qui anche il prossimo anno, non lo nego”