C’era Sportisola e gli Anni di Che belli erano i derby…

Forse sono il solito nostalgico, che al solo sentire, allo stadio Zoboli di Carbonia, le note de Gli anni degli 883, ho cambiato l’incipit di questo pezzo, e ho deciso di essere la versione di me più nostalgica. Voi vi ricordate tutti i derby a cui avete assistito e soprattutto giocato, nella vostra vita? Siete d’accordo con me, cosa su cui non trovo spesso il benestare dei diretti protagonisti (o almeno non più, forse prima si era più nostalgici sic!), che i derby siano sempre partite più sentite delle altre? 

Oggi è andato in scena il derby Carbonia-Iglesias nel campionato di Eccellenza Regionale, e più che una festa dello sport, è sembrata una fotografia un po’ sbiadita di ciò che il calcio fu negli anni che furono da una parte, e di quello che il progresso ha portato nel pallone da ormai alcuni anni. Voglio subito partire da ciò che più mi è piaciuto, ovvero vedere una squadra di ragazzi così giovani giocare una categoria così importante. Siamo a un passo dalla lega dilettanti, e se penso che oggi, a segnare il gol che ha decretato la vittoria del Carbonia, sia stato un ragazzo che deve ancora diventare maggiorenne, Nicola Muscas, dico che il calcio di oggi mi piace più di quello di ieri. Il calcio oggi è un business, è una questione di denaro, ma è certamente è anche una questione di opportunità. Il budget del Carbonia magari non è quello di chi occupa il primo posto della classifica, ma permettere a questi ragazzi di farsi le ossa nel campionato di Eccellenza, credo sia un grandissimo segnale del superamento di una mentalità, che nel calcio italiano, ti considerava giovanissimo, esordiente, a 26-27 anni. Non esiste più l’Eccellenza dei senatori? A vedere il derby di oggi no.

È un buon segno? Secondo me sì. Non posso non mettere Fabio Mastino tra i volti che più apprezzo di questo collettivo. È audace, ha un calcio che dimostra il fatto che Mastino ha calcato altri campi, ha viaggiato, ha sentito di parlare di un pallone che non è isolano e lo esprime appieno. Ha classe, grinta, forza esplosiva. Quest’ultima lo accomuna con Andrea Mastino e Lorenzo Isaia. A Lorenzo qualcuno dovrebbe chiedere di restare qui, perché è un collante importante. Un applauso a Monteiro, Prieto e Hundt. Forse sono solo atleti di passaggio in questa città (spero di no), ma giocano come se questa maglia fosse ormai cucita addosso alla loro pelle. Anche la squadra avversaria va affinata, ma c’è tutta (Bigotti, Illario, ma anche Sirigu che dovrebbe avere qualche occasione in più). E anche loro hanno nel fattore età il loro punto di forza e miglioramento. Qualcosa non mi è piaciuta? Sì. Devo. Non mi piace rivedere sempre quel calcio sbiadito lamentarsi di quanto questo calcio cittadino non sia più quello di una volta. Ho sentito dire che oggi si è giocata una gara di terza categoria (che era forse la categoria più alta in cui l’avvenente leone da tribuna deve aver militato), che questi ragazzi non hanno carattere. Ecco, io trovo che oggi lo sforzo da fare è sostenere ragazzi così giovani, che si trovano a fare qualcosa per cui, fino a non molti anni fa, i ragazzi più giovani non avevano la possibilità di giocarsela. C’è tanto da fare. Ma non siate nostalgici come me: gli anni d’oro del grande Real non ci sono più. Ma erano così lontani che non siamo stati in grado di goderceli, come abbiamo l’occasione di fare con questi nuovi talenti del calcio nostrano.

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