Il suo nome, oltre ad essere sinonimo di eccellenza, è uno dei nomi di spicco del campionato di Eccellenza regionale. Marco Aiana, calciatore dell’Ilvamaddalena è l’attaccante per antonomasia con la A maiuscola. Da primo in classifica con l’Ilva, si gode il primato, sognando in grande in vista della fine del campionato:
“Sono scaramantico e non mi sbilancerò da qui alla fine del campionato. Posso però dire che sono soddisfatto di come la stagione sia andata fino a questo momento”
Quattro, cinque squadre si contendono la vetta?
“Noi abbiamo un punto di vantaggio sulla seconda ma è un testa a testa con altre squadre. È un campionato in cui nulla sarà deciso fino all’ultimo. Ma noi ci siamo. Siamo partiti per conquistare una salvezza tranquilla ed ora ci ritroviamo in prima posizione. Tutto molto bello.”
Come si fa a passare dalla conquista della salvezza alla vetta?
“Col duro lavoro di tutti. È una squadra che prova, osa, riprova. È una squadra che lotta su ogni pallone, su ogni minuto di gioco. Le vittorie sono frutto di un grande collettivo”
Aiana anche questa domenica uomo decisivo.
“Sono contento che anche il mio lavoro contribuisca alla buona riuscita dei successi della squadra. Venerdì ho insistito e ho allenato il calcio su punizione, mi sono allenato tanto. Quando riesci a mettere a segno ciò che provi a mettere a frutto in allenamento, la soddisfazione è doppia”
Ventisei anni. Una carriera di tutto rispetto. Quella che l’ha lanciata?
“L’ultima di under ad Arzachena. Centrammo la promozione dalla D, fu un bellissimo momento. Calcisticamente quella stagione mi ha fatto crescere molto, e mi ha fatto capire quanto di me stesso volessi mettere sul calcio. Cioè il 100%”
Calciatore di professione. Si dice che questa sia una stagione decisiva per lei.
“Credo di essere in un momento in cui mi gioco il tutto per tutto. Quest’anno ho provato a sbarcare nella serie A del campionato nazionale della Romania, ma per una serie di vicissitudini poi non sono riuscito a trattenermi oltre il periodo preparatorio. Sono soddisfatto di tutto quello ho, non mi fraintenda, ma mi sento anche pronto per buttare il cuore oltre l’ostacolo”
Oltre la Sardegna?
“Qui ora sto bene, ma se dovesse arrivare in futuro una nuova chiamata per fare il salto di qualità, mi sento pronto. Le confesso che da ragazzo vedevo difficile lasciare la Sardegna, gli amici, la famiglia per un’esperienza fuori. Ora no, mi sento pronto”
Quanto conta la famiglia in una carriera calcistica?
“Non sarei mai diventato la persona e l’atleta che sono senza il supporto della mia famiglia. Mamma e papà lavorano nel settore alberghiero e spesso hanno sacrificato molto per permettere a me e mio fratello di fare ciò che sognavamo da piccoli. Nei loro confronti sarò sempre in debito. La mia educazione e la mia umiltà è frutto della loro bravura”
Il piano B?
“Per ora non lo voglio avere. Credo non sia facile vivere di solo calcio, ma io ci proverò. Per il resto, è capitata qualche stagione estiva, che mi ha aiutato a mantenere la mia indipendenza economica. Non sono la persona che si sottrae al lavoro, anzi. Per ora voglio ancora un po’ investire sui miei sogni”