A parlare di Giuseppe e a pensare al miglior Ciocci questa domenica si è cominciato molto prima della partita. Siamo stati tutti compratori del biglietto al teatro del calcio di Pontedera perché volevamo attaccarci alla sedia e vedere il nostro rappresentante isolano sin dal riscaldamento. E Ciocci non ha tradito le attese. Quando entra in campo, con i suoi abiti da attore protagonista, da Jacob Elordi sardo, non traspare niente dal suo sguardo magnetico. Da quel che so l’emozione c’è, e fa capo alla parola gioco.
Perché alla U.S. Città di Pontedera, il portierone ex Cagliari ci è arrivato con il primo treno rapido da Pescara, per ritornare ad essere protagonista nel ruolo e nel campionato che gli è più congeniale (per ora). Ciocci è infatti destinato a grandi cose, e tutti noi lo sappiamo. È per questo che lo accompagniamo in questo percorso con l’ansia di chi vorrebbe aiutarlo ad indossare i guantoni e combattere assieme a lui la battaglia per l’affermazione nel calcio.
“La motivazione principale era quella di tornare a giocare. Sono grato a Pontedera per avermi dato quest’occasione. Sono stato fortunato a ritrovare mister Canzi, con cui ho un bellissimo rapporto, nato anni fa durante gli anni della primavera a Olbia”

Si dice che una volta ricevuta la proposta, non abbia preso troppo tempo per decidere?
“Diciamo che è stato semplice dire di sì. Volevo rimettermi in gioco e dopo una stagione come quella dello scorso anno, volevo capire a quale livello fossi arrivato. È un anno di test, davvero importante, per capire cosa ho fatto in passato e come migliorarmi in futuro”
Il valore aggiunto di Ciocci sono le doti fisiche indiscutibili e una grande sicurezza nei propri mezzi. Sbaglio?
“Credo di avere le qualità per poter emergere. Scherzando dico di essere un diamante grezzo, che deve essere lavorato e limato. Ho voglia di fare, e il desiderio di allenarmi sempre al meglio è totale. Sul tema della sicurezza, è capitato che diversi mister in passato abbiano elogiato il mio lavoro, ma non ho usato gli elogi per montarmi la testa, quanto per capire come poter aggiungere valore aggiunto rispetto a quello che faccio ogni giorno sul campo”

Essere uno del Cagliari, quello che ha vinto la serie A. Fortuna, peso o responsabilità?
“Tutte e tre. Porto dentro di me tanti bei ricordi, e adesso mi ritrovo a capire cosa voglio essere da grande. Mi rendo conto di essere in un mondo del calcio piuttosto competitivo, ma io la competizione non la soffro. Sul tema della responsabilità, rappresento una società nella quale sono cresciuto. È ovvio che ovunque vai, cerchi di riuscire a rappresentare un valore aggiunto per la squadra, esattamente come ti hanno insegnato sin dalle giovanili”
Sarà una stagione di derby tra lei, l’Olbia e la Torres. Sono partite che uno come lei soffre o sente maggiormente?
“Ovviamente le sento, perché si ritorna a giocare con le rivali di sempre. Ma Olbia è stata anche la mia casa, una casa nella quale mi sono trovato benissimo e per la quale porto il massimo rispetto”
Del Cagliari cosa resta?
“Il fatto che sia la mia città e il luogo di cui ho sempre voluto far parte”
Dell’essere arrivato in serie A poco più che maggiorenne?
“Anche se non ho preso parte attivamente all’impresa, è stato un momento incredibile”

Lo scorso anno, è stato un anno impegnativo. Lo vuole raccontare lei?
“Lei parla dell’infortunio?”
Ricordo il lavoro incessante e le sue giornate a Roma a Villa Stuart per tornare a credere nel sogno.
“Sono momenti nei quali soffri. Se pensiamo al fatto che avrei dovuto esordire in Coppa Italia pochi giorni dopo l’infortunio, le dico che la rabbia e le lacrime sono state protagoniste di quei giorni. Poi è naturale, devi lasciare spazio ad altro, perché devi mettere in conto che la carriera è anche questo. Io avevo la strada chiara sin da subito. Dovevo lavorare e rimettere in piedi la muscolatura. Mi sono impegnato molto e al Cagliari qualcuno scherzando mi ha detto di essere stato tanto bravo a farmi male quanto lo sono stato a rimettermi in piedi in velocità”
Dove vuole arrivare Ciocci?
“Voglio giocare, voglio vincere col Pontedera e togliermi delle soddisfazioni. Poi voglio continuare e capire dove posso arrivare. So solo che deve essere in alto, molto in alto”