Guardo una foto di entrambi e penso prima a Gabriele, che l’altro chiama già “Dardy”. Penso a quel che Mereu ha condiviso con me nella nostra prima intervista e al suo bisogno di sentirsi a casa, in famiglia, e al suo farsi volere naturalmente bene perché le mancanze hanno fatto parte della sua vita da sempre. Penso a Santiago Arnaudo, uno per cui lo scorso anno ho deciso di parlare anche di calciatori non isolani. Per la delicatezza con cui è stato in grado di parlarmi di calcio, dei suoi esordi in Argentina e dei suoi sogni da sardo d’adozione che da Villasimius si sono spostati oggi alla Tharros.
Mereu e Arnaudo hanno legato da subito, tanto che adesso Mereu ha scelto di vivere e viversi questa stagione assieme agli amici argentini. Non poteva che essere così in una società che al bel calcio che comunque esprime ogni stagione, antepone i rapporti umani. Ho chiamato entrambi proprio qualche sera fa e ho immaginariamente preparato la cena con loro dopo l’allenamento. Perché volevo sapere da cosa e perché in poche settimane nascano dei legami così:
(Mereu): ci siamo trovati subito. Ho scelto addirittura di vivere qui con loro perché mi trovo meglio. Ci siamo parlati, abbiamo fatto qualche uscita nei primi giorni, le solite cene fatte più per ritrovarsi ad inizio anno che per mangiare fuori alla sera. Ed è nata una bella amicizia. Devo dire che per me sotto questo punto di vista, è una stagione magica. Ho trovato degli amici, e ho ritrovato mio cugino Andrea, che è una delle persone più importanti della mia vita. Giocare assieme a lui è un sogno che si avvera.
(Arnaudo): è un fratello ormai. Vive con noi. Lo scorso anno a Villasimius eravamo un gruppo di argentini con due sardi in squadra. Quest’anno alla Tharros siamo due argentini in un gruppo di sardi. E lui ci ha aiutato ad integrarci da subito. Mi ha fatto capire dal primo giorno che sarebbe stato un bell’inizio di stagione.
A questi livelli, Mereu, l’amicizia può determinare la riuscita di una stagione?
(Mereu): non è tutto, ma conta moltissimo. Arrivare al campo e trovare l’armonia dentro uno spogliatoio, aiuta in campo a lavorare tutti verso la stessa direzione. Credo che ci sia stato un momento di sblocco molto importante per tutti, ossia le dimissioni del nostro allenatore. Ci siamo ritrovati nello spogliatoio, da soli, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo tutti pensato di affrontare questo momento assieme, perché tutto sarebbe andato bene e perché valeva la pena restare uniti e guardare avanti. Sento che questo inevitabilmente ha reso ancora più coeso e affiatato questo gruppo.
Arnaudo, dicono che lei la sua prima Eccellenza se la sia conquistata sul campo come pochi altri.
(Arnaudo): questo non lo posso dire io. Penso di aver fatto il mio esattamente come lo hanno fatto i compagni di squadra a Villasimius. Sono contento di misurarmi con il nuovo campionato che conosco poco, ma l’impegno che scaturirà già dalla Coppa sarà al massimo!
Mereu, lei conosce molto bene la categoria. Cosa ha visto per ora?
(Mereu): un campionato equilibrato e tostissimo allo stesso tempo. Ci sono squadre come Ilva, Ossese, Calangianus, Iglesias, Ferrini e Tempio davvero agguerrite. Squadre fatte di tanti ottimi giocatori e con cui abbiamo voglia di giocare delle bellissime partite. Ci sarà da divertirsi. Ne sono sicuro.