Due fratelli. Che si conoscono in giro per il mondo. E che quel mondo si chiami Germania, Grecia, Spagna, ossia tutti campionati in cui almeno uno dei due ha militato, poco importa. Si sono scelti. È nata un’amicizia che è anche un cerchio attorno a due connazionali. Un trentenne di Viedma e un ventitreenne di Buenos Aires. Mauro Alcaraz e Santiago Brailly. La classe di un portiere severo, e la grinta di un difensore agguerrito su ogni pallone. Sono i nuovi volti argentini, assieme a Ezequiel Cordoba, che illuminano il Carbonia Calcio e lo Stadio Zoboli, spingendo la squadra mineraria verso un traguardo che non si chiama solo salvezza:
“(Alcaraz): A me piace pensare che la squadra che si è creata possa arrivare più avanti della salvezza. Siamo un bellissimo gruppo e stiamo crescendo molto”.
“(Brailly): La penso come Mauro. Carbonia si sta assestando nel gioco, stiamo lavorando bene e possiamo fare di più di puntare alla salvezza. A me piacerebbe tanto puntare ai playoff. Se lo merita tutta la società che ha lavorato tanto per allestire questa bella squadra”.
Ph: Fabio Murru
Lo Zoboli pieno vi è piaciuto? Brailly lei sarà uno di quelli che invita i tifosi allo stadio.
“(ride n.d.r.) Sì, appena posso. Mauro è un po’ più timido. Io chiedo sempre in città che squadra si tifa e tante persone mi rispondono Carbonia Calcio. Sono contento e spero che siano sempre di più le persone che verranno a seguirci in campionato. Questa squadra se lo merita”
Mauro, domenica contro Sant’Elena si torna proprio tra le mura di casa.
“Sì, sarà una gara tosta. Stiamo preparando la gara, e lavoriamo su come costruire un buon gioco difensivo, oltre a capire come porci in fase offensiva”
“(Brailly): io so già che giocatore dovrò marcare. Ogni domenica aumenta la complessità, perché mi dicono che sono sempre più forti della domenica precedente. Ma più sono forti, più io mi esalto e cerco di fare il 200% in campo!”
Mauro, la forza del Carbonia.
“Il gruppo. Abbiamo cominciato tardi con la preparazione rispetto a tutte le altre squadre, ma abbiamo iniziato a trovarci e il gruppo, ora che è al completo, si è amalgamato ed io lo noto ogni giorno di più agli allenamenti. Non possiamo più permetterci di avere l’alibi della stagione avviata in ritardo. Dobbiamo sfruttare tutte le occasioni”
Ph: Fabio Murru
In casa il miglior Carbonia, Brailly?
“Siamo stati sfortunati in trasferta, anche perché abbiamo espresso secondo me il nostro miglior gioco proprio fuori casa. Allo Zoboli abbiamo il fattore campo dalla nostra parte. E comunque sono state delle buone partite anche quelle giocate a Carbonia. Penso alla Tharros, a Porche che correva in maniera instancabile. O a Gabriele Dore che al quarantesimo del secondo tempo si è fatto più di metà campo su una gamba sola perché aveva preso una brutta botta. Lì capisci che devi dare tutto. Che come, dico io, dobbiamo affrontare con più coraggio ogni battaglia. Quando hai compagni così, lo pensi ancora di più”
Il duo Alcaraz-Brailly è un qualcosa di molto scenografico. Incominciamo dal far conoscere una cosa che avevano notato in pochi. Il rito della scarpetta legata.
“(Alcaraz) Un portafortuna. Santiago prima dell’inizio della partita mi lega la scarpetta. Perché una squadra senza un portiere è in difficoltà, e quindi un portiere va sempre aiutato e accontentato in tutti i suoi bisogni. Scherzi a parte, è un nostro rito scaramantico. Ma ne abbiamo tanti. Io indosso il rosa. È un colore che mi piace molto e ho chiesto di avere una maglia da portiere di quel colore perché mi piace e porta fortuna. Oppure faccio sempre gli stessi movimenti in porta. Ossia muovo i piedi sempre nella stessa direzione”
“(Brailly) Io anche entro sempre in campo con il piede destro!”
Cosa vi manca di più dell’Argentina?
“(Brailly): Alessandro e Rosa, i miei genitori. Sono figlio unico. Ho viaggiato molto per il calcio, loro sono felici e mi sostengono sempre. Ma mi mancano tantissimo. Lavoro ogni giorno così tanto per renderli orgogliosi di me”
“(Alcaraz): I miei genitori e i miei quattro nonni. Sono andato via a 15 anni per il calcio e non riesco a tornare spesso a casa. Magari un anno sì e uno no. Quindi mi manca tanto stare con loro”
Avete sacrificato tutto per il gioco del calcio, molti non sono in grado di capirlo. Dove vi piacerebbe arrivare? Vi do carta bianca.
“(Brailly) Potendo sognare, direi la serie A. Ma in generale le direi nel posto più lontano e nella versione migliore di me stesso”
“(Alcaraz) La serie A, ma io sono un po’ più grande di Santiago. Quindi andrebbe bene anche una serie A in Ungheria, ad esempio”
Avete infine viaggiato tantissimo. Cosa vi ha dato particolare questo inizio al Carbonia?
“(Brailly-Alcaraz) Abbiamo viaggiato in molti campionati e ci siamo conosciuti proprio all’estero, in Germania. Ma qui ci tenevamo tanto ad arrivare e ad accettare il progetto. Abbiamo un presidente, Stefano Canu, che è un fenomeno e tiene tanto a noi, quindi vogliamo ripagarlo per tutta la fiducia. E poi c’è uno staff eccezionale, tra cui Giovanni, il nostro magazziniere che è una persona eccezionale. In generale è il senso di famiglia che ci ha fatto stare così bene subito qui”