L’uomo dell’esperienza. Jacopo Malesa si racconta.

Jacopo Malesa è l’uomo dell’esperienza, e non solo. Terzino esperto, volto conosciutissimo nel girone di Eccelenza, sta affrontando la nuova stagione a Porto Rotondo con la forza e la caparbietà di chi è navigato, oltretutto dopo una meritatissima promozione con la maglia dell’Ilva, di cui lo scorso anno è stato un assoluto protagonista:

“È un campionato equilibrato, credo lo sia fino alla fine. Io posso parlare della mia squadra che fino ad ora si è giocata a testa alta tutte le partite. Le sconfitte che abbiamo subito sono state tutte di misura e di cui la maggior parte addirittura passando in vantaggio”

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Francesco Sideri. La profondità di un silenzio e il sogno di portare Sarroch lontano.

Riascoltando alcuni passaggi dell’intervista fatta a Francesco Sideri, mi rendo conto che forse, esercitando fino al midollo la professione di giornalista, io abbia esercitato la figura dell’ariete, che cerca di solcare e scavalcare un muro col quale giustamente Francesco ha scelto di proteggere le sue emozioni. L’ho fatto perché il mondo che gli abita dentro mi ha affascinato molto, fatto di silenzi, di respiri profondi a cui talvolta ha scelto di abbandonarsi. Sideri è una speranza, anche solo per la risposta così decisa, così sicura di sé, con cui giustifica il suo ritorno in Sardegna:

“Sicuramente ci sono delle vicissitudini personali che mi hanno portato a questa scelta. Ma anche l’ambizione di scrivere una pagina nuova assieme a Sarroch”

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Marco Sartor. Quando il calcio sardo habla argentino.

Ogni volta, diceva Borges, che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio. A quelle pagine, così fitte, così magiche, tanto quanto lo è l’Argentina del calcio, appartiene la storia di Marcos Sartor, la punta che fa sognare Arzachena e della quale la Sardegna, da ormai molti anni ha finito per innamorarsi:

“È un amore ricambiato. La Sardegna è una terra magica, della quale mi sono innamorato. Penso a come è iniziata, a Budoni, ormai molti anni fa e a come è proseguita, toccando molti posti che mi sono rimasti nel cuore, fino ad arrivare qui ad Arzachena, dove ho avuto la possibilità di poter essere riconfermato e con la quale voglio scrivere una parte importante della mia carriera”

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Matteo Mancosu. Io, Marco, Marcello e il calcio.

Quando ho cominciato a preparare quest’intervista, ho immaginato di essere lui. Immedesimandomi nel ruolo di chi, dopo gli anni di una carriera costellata di successi, riconoscimenti, traguardi professionali, decide di spegnere per qualche istante i fari dello stadio e pensare a sé stesso e alla famiglia che ha creato con lo stesso amore con cui ha coltivato la sua carriera di calciatore. Salendo su un aereo che lo riporta a pochi passi da Piazza Giovanni, là dove per Matteo, Marco e Marcello Mancosu tutto è cominciato:

“Marcello era ancora piccolino, perché rispetto a me e Marco è nato nei primi anni ’90. Papà portava me e Marco in Piazza Giovanni a Cagliari a tirare i primi calci al pallone. Sono i primissimi ricordi che collego alla nostra storia col pallone”

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Andrea Durante e Simone Calarco. La strana coppia del Cus Cagliari.

Chiamateli la strana coppia, la coppia che scoppia, o come vi pare. Sicuramente vederli assieme è ormai diventata una questione di abitudine sia in campo che nei dopopartita cagliaritani. Simone Calarco e Andrea Durante sono un po’ l’anima rock, la scanzonatura del Cus Cagliari. Il primo è un neoacquisto di assoluto valore, il secondo è una parentesi nostalgica che accompagna gli anni migliori del Cagliari e della serie B. 

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Mirko Atzeni. Saper volare tre metri sopra Uri.

Per intervistarlo, dopo pochissimi minuti, ho immaginato di tornare indietro nel tempo.

Il tempo delle scuole medie, dell’istituto agrario di Santadi. Ossia quando Mirko Atzeni, ancora molto giovane, pensava e sognava soltanto il calcio.

E con i suoi sogni di fanciullo e successivamente di adolescente, percorreva centinaia di chilometri al mese per allenarsi con la maglia del Cagliari Calcio, che ha voluto Mirko con sé fin dall’età dei pulcini, una categoria in cui se un talento emerge, è sicuramente qualcosa di visibile agli occhi.

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Marco Pulisci. Specchio e bilancia della vita da surfista made in Sardinia

(foto di Silvia Cabella)

Le storie come quelle di Marco Pulisci sono come uno specchio o una bilancia della vita, in cui misurare davvero ciò che si è fatto nella prospettiva di vivere. Marco è il prodotto fiero e felice di un pensiero a prima vista banale, ma alquanto profondo: ha fatto della sua più grande passione il suo lavoro. Una scuola bellissima, la Sardinia Surf School, che conta centinaia di praticanti all’anno, una surf house che ospita persone da tutto il mondo, non solo amanti della disciplina della tavola, ma amanti della Sardegna e del suo mare:

“Lo scorso anno abbiamo ospitato circa 600 persone che hanno provato la scuola, persone che dalla Sardegna e non solo si sono approcciati al surf classico e al surfskate, persone che sono state qui con noi a svolgere dei corsi di varie nature e durate”

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Fabio Marcetti. Ventitré primavere olbiesi a suon di volley

(foto di Sara Petagna)

L’attaccamento alla maglia, l’appartenenza, la ricerca di un’identità ben precisa e connotata nello sport è cosa rara. Fabio Marcetti, infatti, è merce rara nel mondo della pallavolo. Raccontare Fabio significa immergersi in un viaggio che lunga da 23 lunghe primavere, e nel quale un ragazzo destinato ad altre discipline, un giorno entra al Pala Deiana di Olbia, a 13 anni e indossa una maglia biancorossa, innamorandosene e innamorandosi anche nella pallavolo:

“Non andrei mai via da questa società. Capisco molto bene le storie come quella di Paolo Maldini, che è nato calcisticamente in una società e nella quale ha deciso di compiere l’intero ciclo della sua carriera. Anche per me andrà così. Ci sono stati anni in cui mi è stato chiesto, magari di salire di categoria e andare altrove, ma non sono capace. Io questa maglia, questa società, questa squadra ce l’ho tatuata nel DNA”

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Marco Aiana. L’attaccante con la A maiuscola.

Il suo nome, oltre ad essere sinonimo di eccellenza, è uno dei nomi di spicco del campionato di Eccellenza regionale. Marco Aiana, calciatore dell’Ilvamaddalena è l’attaccante per antonomasia con la A maiuscola. Da primo in classifica con l’Ilva, si gode il primato, sognando in grande in vista della fine del campionato:

“Sono scaramantico e non mi sbilancerò da qui alla fine del campionato. Posso però dire che sono soddisfatto di come la stagione sia andata fino a questo momento”

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